giovedì 17 aprile 2008

Miguel Angel Zotto



Miguel Angel Zotto considerato uno dei più grandi ballerini di tango del mondo, è per me il migliore in assoluto. Adoro la sua mimica facciale, la sua tecnica, l'originalità che traspare dal suo modo di ballare, la pulizia dei suoi passi persino in quelli che possono sembrare bizzarri e inusuali. E' proprio lì che esplode la sua bravura. Voglio inserire una bellissima intervista a cura di Mariantonietta Mazzei.

1-“Tangos, una Leggenda”: c’è qualcosa di meritatamente autocelebrativo nel titolo del tuo ultimo spettacolo, dal momento che anche tu insieme al tango sei una leggenda? (sorride quasi imbarazzato) Diciamo che riguarda entrambi; ho cercato di celebrare il tango, il mio amore per il tango e per me stesso…anche se devono essere gli altri a dire se sono una leggenda.

2-Cosa è cambiato da “Parfumes de tango”, a” Una noche de tango” fino a quest’ultimo capolavoro? C’è stata un’evoluzione…c’è veramente tutto ciò che rende uno spettacolo completo: danza, musica dal vivo, teatro e rievocazione storica (attraverso immagini proiettate alle spalle dei ballerini)…manca ancora qualcosa? La differenza sta negli anni di esperienza. Sono arrivato ad una conoscenza più ampia del tango e soprattutto del teatro che ho studiato ampiamente in Argentina, infatti lo spettacolo è molto cinematografico.Per il futuro vorrei ampliare il numero della Compagnia (almeno 10 coppie)e raccontare un po’ di tutto sulle varie generazioni del tango. Come in ogni ambito artistico, non si è mai arrivati…si può sempre fare qualcosa di più o semplicemente di diverso: attualmente aspiro al cinema, la forma più diretta di comunicazione con pubblico, anche quello meno specializzato. A volte mi sembra quasi che sia il pubblico stesso a chiedermi questo ulteriore passo in avanti.

3- Cosa ha fatto diventare Miguel Angel il famoso e adorato “Zotto”? Quali sono stati i tuoi modelli? Non so cosa mi ha affiancato in questo percorso, sicuramente qualcosa che nasce da dentro, un amore assoluto per la mia professione,prima di tutto. I miei modelli sono stati Copes e Maria Nieves, Fino e Maria Teresa: mi hanno sempre affascinato per la professionalità e per la presenza scenica. Infine non potrò mai dimenticare il mio maestro, Todaro, che per me rappresenta il vero tango.

4-Horacio Ferrer ha dichiarato che sei il terzo rivoluzionario dopo Gardel e Piazzolla. In cosa pensi di esserti contraddistinto maggiomente? Sicuramente per l’importanza che ha il teatro nel mio spettacolo, che non è di solo tango. Questo fa sì che venga apprezzato anche da chi non balla ma ama un certo tipo di espressione artistica. Ferrer poi si è soffermato principalmente sull’aspetto coreografico, che ha giudicato rivoluzionario, probabilmente per la sintesi di stili e di diverse esperienze che sono confluite nel Mio tango.

5-C’è una musica che senti particolarmente dentro….che ti fa vibrare? Io amo Pugliese che si presta allo stile che piace ballare a me, senza acrobazie, ma molto “per terra”,il tango-salòn. C’è un pezzo che non posso non avere nel cuore: Gallo ciego di Augustin Bardi, che per me ha fatto una vera rivoluzione musicale. Mi piace tantissimo anche Pedro Lauri.

6- In quale Paese ti senti più amato e apprezzato? Sicuramente l ’Italia; l’anno scorso a Napoli è stato un vero e proprio trionfo, un calore fortissimo.

7-Quali caratteristiche deve avere secondo te il milonguero e quali la milonguera? Il vero milonguero balla a terra , accarezzando il pavimento, dando soddisfazione alla donna, lasciandole il suo spazio per esprimersi, e lei, come è ben noto, deve aspettare. In Argentina non si sente dire “Come balla bene questa donna!” ma “Come aspetta bene questa donna!”.

8- Intravedi un tuo erede, o comunque c’è qualche ballerino giovane che apprezzi maggiormente? Sicuramente mio fratello Osvaldo che ha ballato nel mio primo spettacolo (Parfume) ballando con Lorena e che ora lavora con Julio Iglesias. Ogni giorno io vedo ballerini giovani davvero validi, a cominciare dai ragazzi della Compagnia. Credo che meriti particolare attenzione Gabriel Misè.

9- Da piccolo pensavi che avresti fatto questo mestiere? No, anche se amavo ballare ed ero molto attratto dal teatro. Quando avevo 11 anni ballavo il Rock and Roll, a 17 il tango nelle milonghe, a 21 ho comiciato a dedicarmi seriamente al tango. Per tanti anni ho fatto anche l’imbianchino a Buenos Aires…ed ora a distanza di tanto tempo, eccomi qua.

10-Tanti dicono, e concordo pienamente, che il tango sia la rappresentazione della vita, in particolar modo della vita di coppia (basti pensare al nome della tua compagnia, Tango por dos, che evidenzia quanto il tango non può che essere per due),in che modo secondo te? Assolutamente sì, il tango è la coppia, non esiste tango da soli, un vero ballerino sa entrare nel corpo della sua partner e viceversa, come nella vita. Io sto attraversando un periodo particolare, sono fidanzato, la mia compagna vorrebbe imparare a ballare il tango, io cerco di insegnarglielo, come faccio con i miei allievi. Così come ho fatto anche con Soledad, che prima di essere la mia ballerina è stata una mia allieva. Con Milena è stato diverso, perché aveva già un percorso alle sue spalle e ha portato la danza classica e contemporanea nello spettacolo. A Soledad ho insegnato soprattutto a conoscere il suo talento e ad esprimerlo.

11- Pensi ci siano dei luoghi comuni sul tango da sfatare? Anzitutto bisogna liberare il tango da tre pregiudizi: che è un ballo da vecchi, che è triste e che è maschilista. Senza la donna non esiste tango, così come in tutti gli ambiti della vita quotidiana…(sorride con occhio furbo). La musa ispiratrice dell’uomo è la donna. L’uomo propone e basta ( come al solito la donna poi dispone…)

12- Quanto l’essere argentino (mi riferisco alla vostra carismatica solarità) ha influito sul tuo successo? Sicuramente tanto, noi siamo aperti, a noi piace amarci e “toccarci”.La donna balla dentro l’abbraccio dell’uomo. Ci sono paesi del Nord Europa in cui le persone a malapena si toccano, non si baciano mai. Il tango supplisce a questa carenza, con un evidente contatto fisico.

13-E infine una domanda che sono certa ti fanno tutti:cos’è per te il tango? Il tango è la rappresentazione dell’Argentina, dello spirito argentino, anche se questo purtroppo l’argentino non lo capisce. (aspetta qualche istante, ci pensa ancora un po’)Il tango è la mia vita. Ci alziamo, facciamo una foto, i due proprietari del locale lo osservano…gli dicono che ha un viso molto fotogenico… pensano che sia meglio fare una foto con lui, chiunque egli sia.Magari un giorno lo vedranno al cinema…..

martedì 26 febbraio 2008

Reir Llorando

Cari amici, stanotte una persona davvero speciale mi ha resa felice inviandomi una poesia bellissima che non conoscevo.
Si tratta di un "poema" de Juan de Dios Peza.
Uomo liberale e poeta Messicano, con uno stile davvero unico.
La sua è una poesia realista ma a tratti piena di estrema tenerezza.
Scriverò il testo in lingua originale ma presto avrete anche la traduzione in italiano.
Voglio farlo per omaggiare molti autori stranieri che spesso in Italia sono poco conosciuti e soprattutto per ringraziare chi me l'ha inviata "emozionandomi".



Reir Llorando

Viendo a Garrik -actor de la Inglaterra-
el pueblo al aplaudirlo le decía:
"Eres el más gracioso de la tierra,
y el más feliz..."
Y el cómico reía.

Víctima del spleen, los altos lores
en sus noches más negras y pesadas,
iban a ver al rey de los actores,
y cambiaban su spleen en carcajadas.

Una vez, ante un médico famoso
llegóse un hombre de mirar sombrío:
"Sufro -le dijo-, un mal tan espantoso
como esta palidez del rostro mío".

"Nada me causa encanto ni atractivo;
no me importa mi nombre ni mi suerte.
En un eterno spleen, muriendo vivo,
y es mi única ilusión la de la muerte".

-Viajad y os distraeréis.
-¡Tanto he viajado!
-Las lecturas buscad.
-¡Tanto he leído!
-Que os ame una mujer.
-¡Si soy amado!
-Un título adquirid.
-¡Noble he nacido!
-¿Pobre seréis quizá?
-Tengo riquezas.
-¿De lisonjas gustáis?
-¡Tantas escucho...!
-¿Qué tenéis de familia?
-Mis tristezas.
-¿Vais a los cementerios?
-Mucho... mucho...

-De vuestra vida actual ¿tenéis testigos?
-Sí, mas no dejo que me impongan yugos;
yo les llamo a los muertos mis amigos
yo les llamo a los vivos, mis verdugos.

-Me deja -agrega el médico- perplejo
vuestro mal, y no debo acobardaros;
tomad hoy por receta este consejo:
"Sólo viendo a Garrik podréis curaros".
-¿A Garrik?

-Sí, a Garrik... La más remisa
y austera sociedad le busca ansiosa;
todo aquel que lo ve muere de risa,
¡tiene una gracia artística asombrosa!

-¿Y a mí me hará reír?
-¡Ah sí, os lo juro!;
él sí, nada más él, mas... ¿qué os inquieta?
-Así -dijo el enfermo-, no me curo:
¡yo soy Garrik!... cambiadme la receta.

¡Cuántos hay que cansados de la vida,
enfermos de pesar, muertos de tedio,
hacen reir como el actor suicida,
sin encontrar para su mal remedio!
¡Ay! ¡Cuántas veces al reír se llora!
¡Nadie en lo alegre de la risa fíe,
porque en los seres que el dolor devora
el alma llora, cuando el rostro ríe!
Si se muere la fe, si huye la calma,
si sólo abrojos nuestra planta pisa,
lanza a la faz la tempestad del alma
un relámpago triste: la sonrisa.
El carnaval del mundo engaña tanto,
que las vidas son breves mascaradas;
aquí aprendemos a reír con llanto,
y también a llorar con carcajadas

venerdì 22 febbraio 2008

Fidel Castro si è ritirato: è finita un'era?

Con un comunicato diffuso alla nazione, il leader maximo cubano Fidel Castro si è ritirato ufficialmente dalla carica.
Questo il messaggio che l'ex-presidente ha rivolto alla nazione:


"Comunico ai miei compatrioti, che in questi giorni mi hanno fatto un grande onore eleggendomi a membro del Parlamento, che io non aspirerò né accetterò - ripeto - non aspirerò né accetterò la carica di presidente del Consiglio di Stato e di comandante in capo".
È così che, dopo 48 anni di quasi ininterrotto potere su Cuba, Fidel Castro si ritira ufficialmente.
Quello che adesso tutti si chiedono è: sarà una nuova dittatura? Oppure si tratterà di qualcosa di più democratico?
Quello che è certo è che sarà sicuramente difficile passare da un potere carismatico a uno burocratico.
Questo passo "indica solo che il leader della Rivoluzione non è più in grado di assumere compiti ufficiali. Nulla di più", commenta la "Berner Zeitung". "Dietro le quinte continuerà ad avere in mano le redini del potere", afferma il quotidiano bernese.
Del resto con ogni probabilità Fidel se ne va, ma Castro resta.
Infatti domenica sarà eletto il fratello di Fidel: Raul Castro.
Un processo di trasformazione che nei 18 mesi di interim i fratelli Castro hanno avuto il tempo di preparare.
Ora cominci la transizione democratica - ha dichiarato il presidente George W. Bush - che dovrebbe condurre a elezioni libere e democratiche, e sottolineo libere e democratiche, non a quel tipo di elezioni che i fratelli Castro hanno cercato di rifilarci come vera democrazia".
Tuttavia, il portavoce John Negroponte ha anche fatto sapere che l'embargo degli Stati Uniti nei confronti di Cuba non sarà revocato.
Ma oltre che dai rapporti con gli Stati Uniti, il futuro di Cuba, dipenderà molto anche dall'alleanza con il Venezuela di Hugo Chavez, che fornisce un importante aiuto economico al Paese.
La verità è che l'unica risposta... può darla solo la storia.

mercoledì 20 febbraio 2008

Quien es el que amo?





« ¿Quien es el que amo? No lo sabréis jamás. Me miraréis a los ojos para descubrirlo y no veréis más que el fulgor del éxtasis. Yo lo encerraré para que nunca immagnéis quién es dentro de mi corazón, y lo meceré allí, silenciosamente, hora a hora, día a día, año a año. Os daré mis cantos, pero no os daré su nombre. El vive en mí como un muerto en su sepulcro, todo mío, lejos de la curiosidad, de la indiferencia y la maldad. »

Chi é colui che amo? Non lo saprete mai.
Mi scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete mai che il fulgore dell'estasi.
Io lo imprigionerò perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Vi darò i miei canti, ma non il suo nome.
Lui vive in me come un morto nella sua tomba, tutto mio, lontano dalla curiosità, dall'indifferenza, dalla malvagità.

martedì 19 febbraio 2008

Cime tempestose

Emily Jane Brontë scriveva:

"Ho sognato nella mia vita sogni che son rimasti sempre con me,
e che hanno cambiato le mie idee;
son passati attraverso il tempo ed attraverso di me,
come il vino attraverso l'acqua,
ed hanno alterato il colore della mia mente."


Proprio dalla sua cupa immaginazione nacque infatti il suo unico ed inquietante romanzo che adoro terribilmente, Cime Tempestose, una storia di amore indomito e di vendetta. Cime tempestose (Wuthering Heights) è il suo unico romanzo. Pubblicato per la prima volta nel 1847, sotto lo pseudonimo di Ellis Bell, il titolo viene dal nome di una casa che è una delle tre principali ambientazioni del libro.




lunedì 18 febbraio 2008

Omaggio ad Alfonsina Storni


Due parole


Questa notte all’orecchio m’hai detto due parole.
Due parole stanche d’esser dette.
Parole così vecchie da esser nuove.
Parole così dolci che la luna che andava trapelando dai ramimi
si fermò alla bocca.
Così dolci parole che una formica passa sul mio collo
e non oso muovermi per cacciarla.
Così dolci parole che, senza voler, dico: "Com’è bella la vita!"
Così dolci e miti che il mio corpo è asperso di oli profumati.
Così dolci e belle che, nervose, le dita si levano al cielo sforbiciando.
Oh, le dita vorrebbero recidere stelle.

Alfonsina y el mar

La canzone Alfonsina y el mar che io amo tantissimo è stata composta dagli argentini Ariel Ramirez e Felix Luna in omaggio alla poetessa Alfonsina Storni che nel 1938 si suicidò abbandonandosi nel Mar de la Plata.

Racconta la storia di un silenzio e di un addio.

Una di quelle storie che il mare racconta soltanto quando è triste, mentre si avvicina l'autunno.
In quelle sere, la luce fatica a spegnersi sopra l'impeto dei flutti e il vento batte forte le spiagge di questa isola lontana.

Alfonsina y el mar

Por la blanda arena que lame el mar
su pequeña huella no vuelve más
y un sendero solo de pena y silencio llegó
hasta el agua profunda
y un sendero solo de penas puras llegó
hasta la espuma

Sabe Dios que angustia te acompañó
qué dolores viejos calló tu voz
para recostarte arrullada en el cantod
e las caracolas marinas
la canción que canta en el fondo oscuro del mar
la caracola.

Te vas Alfonsina con tu soledad
¿qué poemas nuevos fuiste a buscar?
Y una voz antigua de viento y de mar
te requiebra el alma
y la está llamandoy te vas,
hacia allá como en sueños,
dormida Alfonsina, vestida de mar.

Cinco sirenitas te llevaránpor caminos de algas
y de coral y fosforescentes
caballos marinos harán
una ronda a tu lado.
Y los habitantes del agua van a nadar
pronto a tu lado.

Bájame la lámpara un poco más
déjame que duerma,
nodriza en pazy si llama él
no le digas que estoy,
dile que Alfonsina no vuelve.
y si llama él no le digas nunca que estoy,
di que me he ido.

Te vas Alfonsina con tu soledad
¿qué poemas nuevos fuiste a buscar?
Y una voz antigua de viento y de mar
te requiebra el almay la está llamandoy te vas,
hacia allá como en sueños,dormida
Alfonsina, vestida de mar